Strucolo in straza

Strucolo in straza

Ho pensato di riaprire il blog, dopo la pausa estiva, proprio con un dolce tipico delle zone in cui sono andato a rilassarmi: il Carso tirestino.

Il nome apparentemente bizzarro della ricetta mi fa sorridere! Sul Carso il termine strucolo è assai noto in ed equivale allo Strudel, dolce molto diffuso sull’altopiano in tante variati (prima fra tutti lo Strucolo de pomi – Strudel di mele).

La particolarità di questo dolce sta nella cottura. Lo Strucolo in straza (“Strudel nello straccio“) viene storicamente avvolto in un telo e lessato! I lembi dello straccio venivano attorcigliati e fissati su un bastone che posato su una tegame pieno di acqua o di latte consentiva al dolce di rimanere in ammollo durante la cottura. Una variante era quella della cottura a vapore ottenuta lasciando il dolce a poca distanza dal dal liquido in ebollizione.

Ho provato questo dolce qualche anno fa (è difficile da trovare nei menu dei ristoranti), ma la ricetta l’ho elaborata da un recente acquisto: “Pasticceria triestina” di Mariella Devoscovi Palmini (ed. Italo Svevo).

La consistenza della pasta è molto originale in quanto non è presente la crosta e la mollica è morbida e spugnosa. Il gusto dipende poi dal ripieno che può spaziare dalla frutta fresca alla frutta secca passando dalla ricotta… Io ne ho scelto uno non particolarmente ricco, ma che era quello che mi avevano proposto in uno dei miei ristoranti preferiti carsolini: Gruden

Per questioni di igiene ho scelto di utilizzare al posto del telo una garza sterile grande (disponibile in farmacia) e per la cottura una pesciera con cestello.

Ingredienti

Serve: 8-10 persone

Per l’Impasto:
250 g farina 0
35 g zucchero
25 g burro
2 tuorli
100 g latte
10 g lievito di birra
1/2 limone (la buccia grattugiata)
sale

Per il ripieno:
2 manciate di noci tritate grossolanamente
2 manciate di uvetta
2-3 cucchiai di rum
miele millefiori del Carso e/o zucchero di canna
cannella

Per servire:
pane grattato rosolato nel burro
oppure zucchero semolato e cannellla

Come procedere
Sulla spianatoia setaccia la farina e crea un cratere al centro. Sbriciola il lievito e scioglilo con il latte appena tiepido (27° C), unisci lo zucchero e i tuorli a temperatura ambiente.
Mescola e incorpora un poco di farina la farina. Fai riposare 15 minuti circa.
Incorpora l’altra farina, il sale e la scorza di limone ammassando bene tutti gli ingredienti. Comincia ad impastare ed unisci gradualmente il burro a più riprese battendo l’impasto. Lavora battendo per 10 minuti circa. Deve risultare liscio ed elastico.
Fai lievitare coperto sino al raddoppio (1,5 h circa).

Intanto rompi le noci e tritale grossolanamente. Metti a bagno l’uvetta in un paio di cucchiai di rum.

Stendi l’impasto in forma rettangolare e pennellalo col miele. Cospargi con le noci, l’uvetta, lo zucchero e la cannella. Arrotola lo strucolo e chiudilo senza stringere in una garza (devi lasciare la garza lenta in modo che possa raddoppiare).

Strucolo in straza

Fai lievitare lo strucolo sin quasi al raddoppio.

Strucolo in straza

Versa nel tegame acqua bollente e un poco di sale e cuoci per 40 minuti, girando il dolce a metà cottura.

Strucolo in straza

Attendi che il dolce raffreddi un poco, elimina la garza e taglia delle fette, partendo dal centro, di un paio di cm di spessore. Puoi servirle con zucchero semolato e cannella, ma anche con pane grattato rosolato nel burro.

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9 Commenti

  1. Maik
    Pubblicato 10 settembre, 2008 alle 18:54 | Link Permanente

    …dev’essere ottimo, sto a due passi da Ts ma non l’ho mai mangiato. “Toccherà” mettere in pratica!

    /Si può fare anche con le mele?

  2. Pubblicato 11 settembre, 2008 alle 20:54 | Link Permanente

    Se provi mi fa piacere!

    Per il ripieno di mele cito quello del libro che non ho provato (dimezzo le dosi perchè nella ricetta che ho indicato ho fatto metà impasto):

    100 g noci tritate
    50 g uvetta
    75 g di zucchero
    25 g pangrattato
    1/2 bicchiere di latte
    cannella
    2 mele piccole
    scorza di limone grattata

    Rosolare il pane in un po’ di burro. Aggiungere le noci tritate scottate nel latte bollente, lo zucchero, le mele sbucciate e grattugiate, l’uvetta, la scorza di limone e la cannella. In una terrina mescolare bene e spalmare il ripieno sulla pasta.

    Fammi sapere!

  3. Maik
    Pubblicato 13 settembre, 2008 alle 00:47 | Link Permanente

    Ok allora ai primi freddi ci proverò, ma dev’essere mangiato subito o come immagino lo si puo servire anche a temperatura ambiente? Durerà qualche giorno? Grazie della variante.

  4. Pubblicato 13 settembre, 2008 alle 15:15 | Link Permanente

    Direi tiepido o freddo. Quello che ho fatto io è durato un paio di giorni da quando l’avevo cotto. Risulta morbido e un poco umido, quindi dura. D’estate forse è meglio conservarlo in frigorifero a seconda del ripieno…

  5. Ariella
    Pubblicato 17 gennaio, 2010 alle 19:13 | Link Permanente

    è una ricetta che cercavo da tempo, ma vorrei sapere a quanti grammi corrispondono le due manciate di noci e di uvetta.

  6. Pubblicato 21 gennaio, 2010 alle 15:50 | Link Permanente

    Ciao Ariella, non ho una bilancia sottomano, ma direi che due manciate di uvetta corrispondono circa a 100 gr. Per le noci, utilizzane lo stesso volume. Sei della zona di Trieste?

  7. Stefano B.
    Pubblicato 2 giugno, 2010 alle 19:21 | Link Permanente

    Lo faceva mia nonna classe 1930, come tutti i “veri ” triestini abbiamo discendenze multietniche infatti lei era slovena , mio nonno di Barletta ma di origine serba,da parte di padre il bisnonno era austriaco e la nonna di Monfalcone e così via in un turbine di ricette antiche di chissà quali origini ma dai gusti esemplari e unici.
    Trieste ne custodisce di mille.

  8. Pubblicato 13 luglio, 2010 alle 22:09 | Link Permanente

    Grazie Stefano per la “testimonianza” e scusa il ritardo nella risposta.
    P.S. Anche mio nonno era pugliese, di un paese vicino a Barletta!

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    Понятно, большое спасибо за помощь в этом вопросе.

4 Trackbacks

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